L’idea di organizzare una serie di convegni interattivi e stimolanti, capaci di coinvolgere sia un pubblico in target che un pubblico “random”, mi ha esaltato fin dal primo istante. Portare un fetival del riciclo e della gestione virtuosa dei rifiuti all’interno di un centro commerciale è sicuramente una sfida succulenta. E poi diciamolo chiaramente: questo Ri-festival non è solo un festival del riciclo; è proprio un viaggio mistico e creativo nell’oltretomba della cosiddetta “monnezza”. Non so, qualcosa del tipo: “Anche gli scarti hanno un’anima” e, aggiungerei, hanno un’anima che non se viene rispettata può uccidere la materialità del pianeta. Un viaggio non solo nel giusto, nel bello e nell’educazione all’ambiente, quindi, ma anche nel necessario alla sopravvivenza della nostra specie. Riciclare e riutilizzare non è infatti semplicemente giusto da un punto di vista morale; riciclare salva, migliora e allunga la vita di chi lo fa.

Germano Milite

Temi e orari delle conferenze

Gio. 28, ore 16: Un mondo esausto

Ven. 29, ore 16: La sfida dei Comuni virtuosi della Campania

Sab. 30, ore 10: Le aziende ecosostenibili

 

2 risposte

  1. “A vita e na rota”…esattamente, caro Salvatore. Non posso che quotare in pieno ogni tua virgola. Il pensiero che esista una sorta di “oltretomba” dei rifiuti, magari, ci porterà a reputare più affascinante la loro “vita” dopo l’esaurimento.

  2. “Anche gli scarti hanno un’anima”: acquisire questa consapevolezza vuol dire entrare in sintonia con il “magnifico ingranaggio” di cui parlavo: tutto ha un’anima e la madre di tutte le anime è la Natura. l’uomo, alla stregua dei più incalliti parassiti, ha per troppo tempo stuprato il mondo in cui vive producendo rifiuti. ora basta, ora è il momento di ricontestualizzare gli scarti in modo da restituirgli il ruolo che gli spetta, questo è lo spirito con cui abbiamo lavorato sul tema de “l’Orto in Campania”… nulla è di per se nocivo, nulla è intrinsecamente incompatibile con la natura; i pozzetti e gli anelli prefabbricati in cemento (quelli per la raccolta delle acque) saranno “l’utero, la culla e la casa” di centinaia di piantine, che poi diverranno frutti, che poi diverranno semi, che poi torneranno a fecondare la terra che li ha cresciuti… “a vita è na rota”.

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